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 - 16 Dicembre 2022

I nuovi cittadini del mondo MarTech

 

Con l’espressione “No-code”, intendiamo una metodologia attraverso la quale viene ideato un software.

Uno strumento no code è realizzato per persone che non hanno competenze di programmazione. Questo tipo di strumenti si è rivelato pertanto particolarmente utile nell’aiutare i professionisti del settore marketing, dal momento che essi non hanno skills tecniche per creare applicazioni e soluzioni mobile per le loro aziende. Sfruttando questo approccio, una parte delle competenze per la creazione di soluzioni tecnologiche agili trasla dalle mani degli sviluppatori a quelle dei team di digital marketing.

Tutto questo è possibile grazie all’utilizzo di soluzioni tecnologiche che il digital marketer riesce manipolare con facilità, la cosiddetta visuale ” drag and drop”. Oggi, i “business users” possono avvalersi di strumenti che li rendono in grado di creare prodotti creativi, analizzare grandi insiemi di dati e costruire modelli di apprendimento automatico predittivo. In particolare, all’interno del settore MarTech, un importante ambito di applicazione di questa metodologia è l’automazione di strategie di marketing e di orchestrazione del customer journey.

Si può dire che, l’intento dei sistemi low-code e no-code sia quello di liberare il marketing dall’obbligo di affidarsi ai gruppi IT aziendali per il lancio di nuovi prodotti o per l’implementazione di campagne. In un mondo digitale, i bisogni e le esigenze dei consumatori cambiano ad una velocità tale che lo sviluppo IT tradizionale fatica a gestire correttamente le richieste incentrate sul cliente; soprattutto considerando che non cambiamo solo i bisogni, ma anche le aspettative, a seconda del canale con cui il cliente entra in contatto con l’organizzazione.

La rivoluzione di questo nuovo paradigma si concretizza nel dare ai dipendenti la possibilità di essere più reattivi e più produttivi grazie alla democratizzazione della tecnologia, sperando di diminuire il supporto IT e ridurre le tempistiche dei progetti.

Il metodo no-code ha assunto un’importanza tale che oggi ci si riferisce agli individui del marketer come “citizens developers”.

Si tratta di un valido approccio proprio perchè rompe le logiche della cosiddetta “tech bubble”: la bolla di incomunicabilità in cui ci si trova spesso bloccati tra reparto marketing e risorse tecniche.

Questo movimento viene definito da Scott Binker come “democratizzazione del martech”, dal momento che l’expertise tecnica dell’IT è sempre più raggiungibile anche dai business users.

Ma quali sono le principali applicazioni di questi strumenti e i vantaggi che ne derivano dall’utilizzo?

Secondo Forrester, attualmente le aree principali di utilizzo del no-code sono le applicazioni per i processi aziendali o i flussi di lavoro, i front-end web e mobile e l’analisi dei dati. Gli esperti prevedono che il low-code finirà per espandersi in aree applicative più ampie, come la reingegnerizzazione degli stack tecnologici e degli ecosistemi.

Per concludere, l’adozione di strumenti no code/low code all’interno di un’impresa rappresenta un passo avanti verso un futuro che offrirà più tempo agli sviluppatori professionisti per concentrarsi su progetti più interessanti e stimolanti, e, allo stesso tempi, donerà più autonomia ai digital marketers per ideare e pianificare strategie creative e mirate.

Quindi, anche se i vantaggi del low-code/no-code sono evidenti dal punto di vista di potenziali risparmi sui costi, miglioramenti nel time-to-market e riduzione degli errori; l’utilizzo di questa metodologia non vuole escludere l’interazione e il coinvolgimento dell’IT: sarà sempre necessario il supporto dei professionisti del settore per garantire adeguati livelli di cybersecurity e per scalare, mantenere e integrare eventuali applicazioni con altre piattaforme.

Fonti:

https://chiefmartec.com/wp-content/uploads/2020/10/martech-2030-brinker-baldwin.pdf

https://www.gartner.com/en