Apple ammorbidisce le linee guida dell’AppStore
Primi segnali di distensione tra Apple e chi l’accusa di monopolio.
Mai come negli ultimi tempi si sono polarizzate le opinioni di chi sostiene che il 15/30% di trattenute imposte da Apple sugli acquisti e sottoscrizioni di abbonamenti nelle app sia un gabello eccessivo, un’imposizione monopolistica, e chi invece afferma che sia il giusto compenso per godere di un ecosistema completo e sicuro che permette di raggiungere milioni di persone al minimo sforzo.
Le dispute legali (prima tra tutte quella con Epic Games) e mediatiche che vedono Apple nell’occhio del ciclone a causa del suo sistema chiuso e di presunte pratiche anti-concorrenziali stanno iniziando ad avere i primi effetti: Apple mostra infatti la volontà di allargare le maglie della stretta rete che ha sempre tenuto imbrigliati sviluppatori e creatori di contenuti.
Con un comunicato stampa, la società afferma che permetterà agli utenti di finalizzare le proprie sottoscrizioni sui siti web degli sviluppatori bypassando di fatto l’in-app purchase system e quindi anche la percentuale trattenuta da Apple stessa. A partire da un aggiornamento delle linee guida che verrà pubblicato a inizio 2022, alle app di tipo “reader” sarà permesso indicare un singolo link a una pagina web che permetta agli utenti di impostare e gestire il proprio profilo in virtù del fatto che tali app non vendono prodotti digitali e servizi in-app. Apple ha in seguito specificato che saranno soggette a questa nuova interpretazione le app che offrono sottoscrizioni a contenuti quali quotidiani, riviste digitali, libri, audio e musica nonché video. Qualcuno ha detto Spotify e Netflix?
Apple continuerà a promuovere i propri servizi di pagamento come i più efficienti e sicuri, ma non impedirà più di indicare un sito esterno per finalizzare l’acquisto.
Per le altre app, invece, sarà ancora vietato sponsorizzare canali alternativi di vendita, almeno all’interno dell’app stessa: Apple ha infatti affermato l’intenzione di permettere che gli sviluppatori mandino comunicazioni promozionali quali email su modalità alternative di pagamento, cosa prima non permessa.
Verranno inoltre attivate altre iniziative all’insegna di una maggiore trasparenza:
– small business program: continuerà il programma che permette ad aziende con fatturato nell’ecosistema Apple inferiore a 1M$ di pagare una commissione dimezzata (15% anziché 30%)
– verranno rimodulati gli algoritmi di ricerca su AppStore per permettere anche ad app meno blasonate di spiccare
– verrà data maggiore autonomia agli sviluppatori per quanto riguarda la scelta dei prezzi di app e acquisti in-app
– Apple fornirà maggiori informazioni e report annuali sui motivi di rifiuto nelle review delle app
In tutta risposta a questi piccoli spiragli da parte di Apple, aziende come Paddle aspettano la società al varco e hanno già annunciato sistemi alternativi di pagamento in-app, nella speranza probabilmente di presentarsi per primi e avventarsi sulla considerevole fetta di torta che l’in-app purchase rappresenta.
Fonti: https://www.apple.com/newsroom/2021/08/apple-us-developers-agree-to-app-store-updates https://www.apple.com/newsroom/2021/09/japan-fair-trade-commission-closes-app-store-investigation